Giannelli Giulio - 1976 - Trattato di storia greca by Giannelli Giulio

Giannelli Giulio - 1976 - Trattato di storia greca by Giannelli Giulio

autore:Giannelli Giulio [Giannelli Giulio]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: History, Ancient, General
ISBN: 9788855513319
Google: DyNANQAACAAJ
editore: Pàtron
pubblicato: 1983-12-14T23:00:00+00:00


3 – Vita sociale ed economica dei Greci nel V secolo

Il quadro delle condizioni di vita del popolo greco nel V secolo va soggetto, per questo periodo anche più inevitabilmente che per altri, ad un errore di prospettiva, per cui noi siamo indotti ad estendere a tutte o alla maggior parte delle città e delle regioni della Grecia il moto che sappiamo o che possiamo facilmente intuire per Atene e per l'Attica: è d'uopo invece richiamarci ad ogni momento alla grande disparità delle condizioni di vita, di livello economico e culturale, di atteggiamenti spirituali, di rapporti e di esigenze sociali, che si riscontra via via che dall'Attica passiamo alle altre zone del mondo greco; alle città dell'Istmo, prima, e a quelle più fiorenti dell'Eubea, della Ionia insulare, della Magna Grecia e della Sicilia, che riproducono con notevole affinità di tratti e di colori – fatte però le debite proporzioni – il quadro della vita ateniese; indi alle città delle minori isole egèe, della costa asiatica, della Beozia, della Focide e delle due Locridi, del Peloponneso orientale e settentrionale, le quali, in condizioni assai più arretrate di cultura e di economia, non si sottraggono tuttavia agli influssi che vengono ad esse dalle zone più progredite; alle regioni infine della Grecia settentrionale e occidentale – Tessaglia, Acarnania, Etolia, Epiro, Messenia, e così via – le quali non partecipano per nulla, o solo in minima misura, al rapido moto ascensionale della civiltà greca.

Quando Pericle morì, non soltanto era in atto, nella repubblica ateniese, un perfetto regime politicamente democratico, ma la democraticizzazione si era estesa alle esigenze sociali della cittadinanza a tal punto che lo Stato si era addossato la responsabilità di garantire i mezzi di sussistenza a tutti i cittadini, anche a coloro che, per motivi di età o di salute, o per condizioni di famiglia, non potessero procurarseli col proprio lavoro, con un sistema di provvidenze che neppure negli Stati moderni è dappertutto e compiutamente adottato. Se con i grandiosi lavori pubblici e con l'invio di numerose cleruchie (spesso decise con fine esclusivamente sociale) si dava modo alle classi lavoratrici di esplicare in una maniera o nell'altra la propria attività, con frequenti distribuzioni di cereali, con pensioni agli operai inabili al lavoro (in genere di un obolo al giorno), col mantenimento a spese dello Stato degli orfani dei morti in guerra si provvedeva appunto alla sorte di coloro che non avrebbero potuto altrimenti ottenere di che sostentarsi. Non è credibile che le altre città greche, neppure le più ricche, abbiano potuto seguire Atene su questa via, perché sarebbero mancati ad esse i mezzi; quei mezzi di cui invece abbondava la repubblica ateniese, la quale disponeva delle entrate di tutto l'impero per provvedere soltanto ad una metà, circa, della popolazione dell'Attica, rimanendo naturalmente esclusi da tali benefici i meteci e gli schiavi. Ottima era del resto nell'Attica la condizione dei meteci; sopportabile e difesa da certe garanzie giuridiche perfino la sorte degli schiavi.

La conseguenza più sensibile delle guerre persiane fu, nei riguardi economici,



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